Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
Della divinazione, II, 140
|
|
originale
|
|
140 Haec scilicet in imbecillo remissoque animo multa omnibus modis confusa et variata versantur, maxumeque reliquiae rerum earum moventur in animis et agitantur, de quibus vigilantes aut cogitavimus aut egimus; ut mihi temporibus illis multum in animo Marius versabatur recordanti quam ille gravem suum casum magno animo, quam constanti tulisset. Hanc credo causam de illo somniandi fuisse. Tibi autem de me cum sollicitudine cogitanti subito sum visus emersus e flumine. Inerant enim in utriusque nostrum animis vigilantium cogitationum vestigia. At quaedam adiuncta sunt, ut mihi de monumento Mari, tibi, quod equus in quo ego vehebar, mecum una demersus rursus apparuit.
|
|
traduzione
|
|
140 Queste numerose impressioni, confuse e modificate in ogni maniera, si agitano nell'anima indebolita e abbandonata a se stessa; e quelli che soprattutto si muovono e agiscono nelle anime sono i resti di ci? che abbiamo pensato o fatto quando eravamo svegli. Per esempio, in quell'epoca io pensavo molto a Mario, ricordando con quale grandezza d'animo, con quale fermezza aveva affrontato la sua grave sventura. Questa, credo, fu la ragione per cui io lo sognai.
In un periodo, poi, in cui tu pensavi a me con preoccupazione, ti apparii in un sogno, improvvisamente emerso da un fiume. Nell'anima tua come nella mia, dunque, c'erano tracce di pensieri che avevamo avuto da svegli. Ma nei nostri sogni si aggiunse qualcosa in pi?: nel mio sogno il tempio fatto edificare da Mario, nel tuo il fatto che il cavallo sul quale io viaggiavo, sommerso insieme a me, riemerse anch'esso all'improvviso.
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|